mercoledì 1 aprile 2009

L’elettronica di “plastica”

Forse non tutti sanno che i materiali per l’elettronica di ultimissima generazione, classificabili come semiconduttori, non sono formati dai tradizionali composti inorganici a base di silicio, ma da materiali classificabili come “plastiche”. Si è proprio così.. Alcuni materiali organici, soprattutto polimeri (dal greco molte parti, molecola dall'elevato peso molecolare, costituita da un gran numero di unità ripetitive uguali o diverse fra loro) in determinate condizioni, sono in grado di dare conducibilità elettrica, se pur modesta, ma tale da essere sufficiente per la costruzione di numerosi dispositivi elettronici. Tale fenomeno è stato scoperto nel 1977 grazie ai tre scienziati Heeger, McDiarmid e Shirakawa sul poliacetilene (materiale plastico flessibile, comunemente utilizzato per costruire buste di plastica, giocattoli per bambini ecc.) che, opportunamente trattato mostrava comportamento da semiconduttore o addirittura metallico. Tale scoperta ha condotto i tre scienziati all’assegnazione del premio Nobel per la Chimica nel 2000. Un esempio di tali materiali sono gli OLED (diodi organici emettitori di luce), utilizzati per costruire display a colori con la capacità di emettere luce propria (iniettando opportunamente cariche elettriche nel sistema), consentendo di realizzare display molto più sottili e addirittura pieghevoli e arrotolabili, che richiedono minori quantità di energia per funzionare. La comunità scientifica inoltre sta cercando di realizzare pannelli fotovoltaici di “plastica”, ovvero si sta cercando di sostituire i vecchi pannelli a base di silicio con materiale organico più economico, ecologico, con metodi di fabbricazioni molto più semplici. Il limite di questi nuovi materiali sta nel loro più basso potere di conversione dei raggi solari in elettricità rispetto ai pannelli di silicio. La ricerca scientifica andrà avanti in questo senso: migliorando le prestazioni dei materiali organici già impiegati e si impegnerà per la realizzazione di nuovi materiali a base organica. Il futuro è “di plasica”..

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